Quando parliamo di lipedema intendiamo una condizione clinica che solo in alcuni Paesei è ufficialmente riconosciuta come patologia (purtroppo non ancora in Italia), anche se essa riguarda un numero molto importante di persone in tutto il mondo. Si stima, infatti, che circa il 10/20% della popolazione femminile mondiale sia affetta da questa problematica. Il lipedema sembra affliggere principlamente il sesso femminile, le persone che ne sono interessate soffrono di un accumulo di grasso nella parte inferiore del corpo, a partire dai glutei per scendere fino alle cosce ed i polpacci, mentre il piede non è interessato. Frequentemente sono coinvolte anche le braccia.
Tutto ciò rende la figura del soggetto disarmonica, soprattutto quando al lipedema non è associata una condizione di obesità. Un aspetto importante da sottolineare è che questo stato non dipende quindi da un eccesso ponderale, anche dimagrendo e tornando al proprio peso forma il lipedema continuerà a sussistere ed anzi con lo snellirsi soprattutto della parte superiore del corpo si rischia di aggravare la disarmonia della propria silouette.
Un’altra caratteristica del lipdema è la dolorabilità delle aree edematose se queste vengono sottoposte a pressione ma il dolore a volte si può scatenare anche spontaneamente, fenomeno che è avvertibile soprattutto a fine giornata. Un altro segno caratteristico è la facilità con cui si possono formare delle ecchimosi e la simmetria degli arti coinvolti, mentre ad esempio nel linfedema comunemente viene coinvolto un solo arto.
Questa patologia purtroppo è tutt’oggi scarsamente diagnosticata, viene spesso infatti confusa con il linfedema prima citato o con uno stato di obesità. E’ una malattia progressiva, che tende quindi a peggiorare nel tempo se non trattata, viene comunemente suddivisa in 4 stadi, l’ultimo dei quali può portare a seria invalidità.
A seconda di dove si accumula il tessuto lipdico possiamo distinguere 5 tipizzazioni di lipedema:
tipo 1) accumulo sui fianchi
tipo 2) accumulo che va dai fianchi alle ginocchia
tipo 3) accumulo che va dai fianchi alle caviglie
tipo 4) accumulo sulle braccia
tipo 5) accumulo dal ginocchio alle caviglie
Ma da cosa è causato il lipedema?
Sulle origini che scatenano questa patologia ci sono diverse ipotesi, le più accreditate puntano il dito su uno squilibrio ormonale dato da una predisposizione genetica, altre possibili cause sebrano essere uno squilibrio metabolico ma soprattutto un persistente stato infiammatorio.
Quali trattamenti per il lipedema?
Fino ad oggi si sono avuti scarsi risultati, l’approccio è multidiciplinare: alimentazione, terapia compressiva e trattamento chirurgico. Nei primi stadi della malattia si tende a puntare sui primi due punti mentre il ricorso alla chirurgia estetica è l’ultima ratio, anche perchè l’intervento chirurgico non risolve a monte il problema che quindi potrebbe ripresentarsi.
Fortunatamente negli ulti anni è emerso un nuovo incoraggiante approccio nutrizionale, la dieta chetogenica.
La dieta chetogenica è una strategia nutrizionale che da tempo ormai viene utilizzata come sostegno ad alcune patologie come l’epilessia ed il diabete di tipo 2 con importanti risultati. Essa si basa su un’alimentazione incentrata principlamente sui lipdi, con un bassissimo apporto di carboidrati, mentre la percentuale di proteine è quella standard. Abbiamo quindi una ripartizione dei macronutrienti di questo tipo:
lipidi 70% proteine 20% carboidrati 10% con piccole variazioni a seconda dei casi. Rispetto ad una dieta mediterranea quindi c’è un netto calo dell’apporto dei carboidrati (meno di 50 gr al giorno), questo fa si che il corpo si deve adattare per ricavare l’energia necessaria alle attività giornaliere, il carburante del nostro corpo non è più il glucosio ma diventano gli acdidi grassi, la loro ossidazione produce i corpi chetonici (da qui il nome chetogenica) che verranno utilizzati al posto del glucosio.
Recentemente è stato utilizzato questo approccio nutrizionale in casi di lipedema con risultati molto incoraggianti ed in tempi molto brevi. In particolare si è notata una forte riduzione dell’edema nelle parti del corpo interessate ed una marcata diminuzionme della dolorabilità.
Il motivo di questi effetti sembrerebbe essere l’abbassamento dei livelli di insulina, che porterebbe ad una sensibile diminuzione dello stato infiammatorio.
Io stesso sto verificando con i miei pazienti la validità di questo intervento vediamo un caso clinico di una paziente giunta nel mio studio con una diagnosi di lipedema fatta dal suo (bravo) medico curante:
donna di 43 anni, lieve sovrappeso (160 cm per 65 kg) condizione di lipedema emersa da circa 10 anni con una progressione della patologia lenta ma costante, tipizzazione del lipedema in classe 3 (accumulo del grasso dai fianchi alle caviglie). Primo approccio dieta mediterranea ipocalorica associata ad attività fisica regolare, la paziente perde circa 8 kg in 4 mesi ma la disarmonia data dal lipedema (seppur si notino dei lievi miglioramenti) persiste. Decidiamo di provare quindi la dieta chetogenica, le imposto un programma di 20 giorni ed ecco i risultati:
Come si po’ notare in meno di 20 giorni si è avuto un notevole miglioramento sia per quanto riguarda l’accumulo del grasso a livello di fianchi, caviglie e gambe sia per quanto riguarda la dolorabilità, la paziente infatti riferisce di non percepire più dolore agli arti inferiori e di non avvertire più senso di pesantezza la sera.
Visti i dati incoraggianti, dopo questi primi 20 giorni di terapia nutrizionale chetogenica proseguiremo con un piano alimentare di mantenimento impostato su una presenza comunque modesta di carboidrati, preferendo sempre quelli con un basso indice glicemico.
Possiamo quindi concludere affermando che l’approccio chetogenico per il miglioramento del lipedema sembra essere un valido aiuto alla risoluzione di questa patologia.